Spazzacorrotti: la Consulta dichiara illegittima l’applicazione retroattiva
Secondo la Consulta, «l’applicazione retroattiva di una disciplina che comporta una radicale trasformazione della natura della pena e della sua incidenza sulla libertà personale, rispetto a quella prevista al momento del reato, è incompatibile con il principio di legalità delle pene, sancito dall’articolo 25, secondo comma, della Costituzione».
Così il comunicato stampa di ieri, 12 febbraio 2020, con cui la Corte Costituzionale ha fatto sapere, in attesa del deposito della sentenza, che è stata dichiarata illegittima l’interpretazione giurisprudenziale che applica retroattivamente le modifiche peggiorative della disciplina sulle misure alternative alla detenzione, sulla liberazione condizionale e sul divieto di sospensione dell’ordine di carcerazione successivo alla sentenza di condanna di cui alla l. n. 3/2019.