Il Governo ha approvato la legge delega per la riforma del processo civile
Il Consiglio dei Ministri, riunitosi nella serata di giovedì 5 dicembre, ha approvato su proposta del Ministro della Giustizia Bonafede un disegno di legge di delega al Governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie.
Riduzione dei tempi e strumenti alternativi di risoluzione delle controversie. I profili più significati sottolineati dal Governo riguardano, in primo luogo, «la riduzione dei tempi del processo, attraverso la compressione dei termini per lo svolgimento delle varie fasi e l’obbligo, da parte del giudice, quando provvede sulle istanze istruttorie, di predisporre il calendario delle udienze nonché, per le parti, l’obbligo di deposito dei documenti e degli atti esclusivamente con modalità telematiche».
Viene poi evidenziata l’esigenza di perseguire scopi deflattivi del contenzioso con un ampliamento delle controversie nelle quali è obbligatorio il preventivo tentativo di risoluzione alternativa.
Altro punto cardine della legge delega riguarda la semplificazione e la riduzione dei riti, «con la revisione della disciplina del processo di cognizione di primo grado nel rito monocratico e la riduzione del novero dei casi in cui la competenza è attribuita al tribunale in composizione collegiale. In coerenza con le nuove disposizioni, si dispone che anche il processo davanti al giudice di pace si svolga sul modello di quello davanti al tribunale in composizione monocratica, eliminando il tentativo obbligatorio di conciliazione».
Espropriazione immobiliare e scioglimento delle comunioni. Inoltre, «in tema di espropriazione immobiliare, si introducono nuove norme che mirano da un lato a una maggior tutela del debitore, dall’altro alla riduzione dei tempi e dei costi, a vantaggio del creditore, con la previsione che il debitore possa essere autorizzato dal giudice a vendere direttamente il bene pignorato».
Infine, particolare attenzione viene dedicata al procedimento per lo scioglimento delle comunioni «che risulta oggi tra quelli con durata più elevata. Poiché lo strumento della mediazione si è rivelato in questa materia particolarmente efficace, si introduce uno speciale procedimento di mediazione, che dovrà essere condotto da un mediatore, avvocato o notaio, iscritto in uno speciale elenco e si prevede che, in caso di esito negativo della mediazione, la relazione finale redatta dal mediatore sia assunta come base per il successivo procedimento contenzioso».