Professione forense

L’Ordine romano è sempre più vicino alle legali in dolce attesa

Redazione

Più valore al ruolo dell’avvocato madre. Nell’ambito di un procedimento civile pendente dinanzi al Tribunale della capitale, è stato negato il differimento dell’udienza nonostante lo stato di gravidanza della legale della parte in causa. Secondo il Giudice, tale negazione era giustificata dalla natura del procedimento e dagli interessi sottesi.
È proprio da questa vicenda che emerge l’interesse dell’Ordine romano per la tutela delle legali in stato di gravidanza. In particolare, il Presidente Galletti rammenta che l’omessa tutela dello stato interessante in cui versava l’avvocato, come appunto il diniego del differimento dell’udienza, rappresenta la violazione alla disciplina (recentemente introdotta dall’art. 1, commi 465, 466, c.d. Legge di Bilancio).
Infatti tale disciplina, evidenzia il Presidente, offre alle legali in gravidanza la possibilità di ottenere il rinvio dell’udienza tenendo conto del periodo gestazionale di due mesi antecedenti alla data presunta della nascita del piccolo e dei tre mesi post-parto. Previsione normativa che ha finalmente sopperito alla carente tutela degli avvocati in maternità; insufficienza che, prima, rappresentava una «vera e propria lesione del diritto di difesa e di parità sostanziale» dell’assistito, «nonché pregiudizio per la salute delle colleghe e del nascituro».
In conclusione, il Presidente, in riferimento al caso di specie, annuncia che nel caso in cui la situazione non dovesse adeguarsi sulla base di quanto premesso, le conseguenze saranno solo che negative: ricorda, infatti, che sarà suo dovere denunciare la situazione a tutti i capi degli uffici giudiziari romani.

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