Professione forense

Reddito di cittadinanza e quota 100 all’attenzione del Servizio Studi del Senato

Redazione

Con la nota breve n. 44 del 2019, il Senato rende pubblico il dossier di documentazione relativo al d.l. n. 4/2019 in materia di reddito di cittadinanza e pensioni.

Reddito di cittadinanza. Il Servizio Studi del Senato analizza il d.l. n. 4/2019 da un punto di vista contenutistico e mette in evidenza gli aspetti principali delle due fondamentali misure introdotte.
La prima, contenuta nel Capo I, riguarda l’introduzione del reddito di cittadinanza, che assumerà la denominazione di pensione di cittadinanza per tutti i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componenti di età superiore a 67 anni.
Tra gli aspetti principali di tale misura emergono quelli relativi ai requisiti di accesso, i quali consistono nel «possesso della cittadinanza italiana o di paesi facenti parte dell’Unione Europea o nella titolarità di un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, unitamente alla residenza in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo». Seguono, poi, i requisiti reddituali, per i quali si richiede un valore ISEE per il nucleo familiare inferiore a 9.360 euro annui.
Fondamentale, infine, la disposizione relativa alla sottoscrizione da parte del beneficiario di un patto per il lavoro e di un patto per l’inclusione sociale, i quali comportano per il richiedente obblighi precisi di ricerca del lavoro e di formazione.

Quota 100. Il Capo II del d.l. n. 4/2019 reca disposizioni in materia previdenziale, introducendo in via sperimentale, per il triennio 2019-2021, il diritto a conseguire la pensione anticipata con il requisito anagrafico pari a 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 38.
Per chi utilizzerà quota 100, la corresponsione dei trattamenti di fine servizio decorrerà dal momento in cui il diritto al trattamento pensionistico risulterà maturato; in attesa dell’erogazione i lavoratori potranno ricevere una somma pari a tale indennità, nell’importo massimo di 30.000 euro, che dovranno poi restituire integralmente.
Significativa, infine, la proroga della sperimentazione della cd. APE sociale per tutto il 2019.
Vista la complessità delle materie, alla luce dell’intreccio di competenze esistenti su di esse, la nota breve del Senato si conclude mettendo in evidenza l’esigenza di coinvolgere anche le Regioni nell'iter legislativo, individuando adeguate procedure concertative.

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