Professione forense

Masi, Presidente del CNF, sul piano nazionale di ripresa e resilienza

Redazione

«Pur condividendo la scelta del governo di investire nell’ampliamento delle piante organiche, nell’organizzazione degli uffici e nelle competenze degli operatori della giustizia, limitando all’indispensabile gli interventi sulle norme processuali, appare però riduttivo e inibitorio il leitmotiv della deflazione e riduzione dei tempi del processo che prevale su tutto e lascia ai margini riforme di sistema che sarebbero, al contrario, prioritarie a fronte del cospicuo investimento di risorse interne ed europee».
È quanto affermato dalla presidente del Consiglio Nazionale Forense Maria Masi in merito al Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato in Consiglio dei ministri e presentato in Parlamento dal premier Mario Draghi.

Masi sottolinea inoltre che «ben vengano l’attenzione alla digitalizzazione e il rafforzamento dell’ufficio del processo al fine del recupero di efficienza e competitività ma sugli interventi ‘endoprocessuali’, con riferimento al settore civile, se sono condivisibili gli interventi sul processo esecutivo e la volontà di rendere più scorrevole e concentrata la cognizione ordinaria, non può non rilevarsi come manchino proposte di ampio respiro volte a migliorare la qualità complessiva della decisione giudiziaria: mai compare, per esempio, il riferimento alla specializzazione del giudice mentre in più punti si riferisce l'inaccettabile invocato ampliamento delle ipotesi dei filtri in appello e dei meccanismi di inammissibilità delle impugnazioni, arando, ancora, il tema della deflazione dei ruoli».

La presidente del CNF prosegue «nell’ambito della riforma penale il Consiglio Nazionale Forense condivide le indicazioni di riforma volte alla semplificazione mediante il deposito telematico degli atti, un maggiore accesso ai riti alternativi e il rafforzamento della udienza preliminare. Così come si condivide l’idea di delimitare i tempi delle indagini preliminari e la durata delle fasi e gradi del processo, purché la violazione sia presidiata da sanzioni di natura processuale. Al contrario, - annota la presidente del Cnf - si respinge fermamente ogni proposta di correttivi che abbia ricadute sulla effettività del diritto di difesa costituzionalmente garantito, e che si traduca in un ostacolo all’accesso alla giustizia, come l’ipotesi normativa di riforma delle impugnazioni».

Masi aggiunge inoltre che «per le misure ‘extraprocessuali’ il CNF consapevole del ruolo che potrebbero avere le ADR nel recupero dell'efficienza, ritiene che la valorizzazione degli stessi debba essere parametrata all'effettivo bisogno di tutela del cittadino e delle imprese».

A conclusione del suo intervento la Presidente CNF afferma che «infine pur nella convinzione della indilazionabile necessità di una riforma profonda della giustizia familiare e minorile a tutela dei diritti personali di persone fragili, il Consiglio nazionale forense approva l'annunciato intervento sul rito e sulle garanzie di un giusto processo di famiglia, nel solco delle proposte che il CNF aveva già avuto modo di elaborare e condividere, con la  prospettiva, a medio tempore, di un intervento più profondo, che interessi pure gli aspetti ordinamentali».

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