Giurisprudenza

Se l’impedimento è legittimo, il difensore ha sempre diritto al differimento dell’udienza

Redazione

Le diverse ragioni dell’impedimento, se tali da renderlo legittimo, non giustificano una diversa disciplina processuale. Così la Cassazione con sentenza n. 20020/20 depositata il 6 luglio.

 

Revocata la misura della detenzione domiciliare concessagli, il condannato ricorre per cassazione lamentando che l’udienza dinnanzi al Tribunale di Sorveglianza si era svolta in assenza del suo difensore nonostante lo stesso avesse avanzato richiesta di rinvio per un impegno professionale concomitante e per impedimento dello stesso condannato.

Posto che risulta effettivamente pervenuta presso il Tribunale di Sorveglianza l’istanza di differimento avanzata dal difensore per concomitante documentato impegno professionale, la Cassazione affronta la questione di diritto prospettata dal ricorrente in relazione all’art. 420-ter, comma 5, c.p.p., ossia se tale previsione si applichi o meno anche nel procedimento di sorveglianza e se, di conseguenza, il legittimo impedimento del difensore per motivi professionali costituisca o meno causa di rinvio dell’udienza.
Ebbene, rilevate alcune pronunce in materia, la Suprema Corte chiarisce che «in tutti i casi in cui l’ordinamento prevede la presenza in udienza del difensore, questi, se legittimamente impedito a comparire, ha diritto ad ottenere il differimento dell’udienza stessa». Ed ancora, «le diverse ragioni dell’impedimento, se tali da farlo qualificare legittimo, non giustificano una diversa disciplina processuale, in quanto comune è il dato della obiettiva impossibilità a che il diritto di difesa possa essere esercitato con la modalità, scelta dal legislatore, della personale presenza del difensore all’udienza ove si attua il contraddittorio processuale».

Fonte: dirittoegiustizia.it

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