Professione forense

La Consulta annuncia il proseguimento dei lavori anche da remoto

Redazione

Con il decreto del 24 marzo 2020, il Presidente della Corte Costituzionale ha dettato ulteriori misure per lo svolgimento dei giudizi durante l’emergenza epidemiologica da COVID-19. Resta fermo quanto già previsto con il decreto del 12 marzo 2020 in merito al deposito di atti e memorie anche mediante PEC, nonché i termini fissati dalla Costituzione e della normativa sui giudizi costituzionali.

 

Deliberazioni da remoto. I lavori della Corte Costituzionale proseguono, ma con le seguenti modalità:
- possibilità per i giudici di partecipare alle camere di consiglio anche da remoto;
- possibilità di collegamento da remoto per ogni altra riunione della Corte e dei suoi giudici o organi interni, comprese le adunanze per deliberazioni amministrative, dell’Ufficio di presidenza, delle commissioni e dei gruppi di lavoro;
- rinvio a nuovo ruolo dei giudizi la cui trattazione è già stata fissata in udienza pubblica, fatta salva la richiesta delle parti di passare direttamente in camera di consiglio, senza discussione orale, sulla base degli atti depositati. La richiesta dovrà essere fatta pervenire in cancellerie mediante invio di PEC;
- esclusione dalle modalità del punto precedente delle questioni di eccezionale gravità e urgenza per le quali il Presidente del collego abbia ravvisato la necessità di trattazione immediata in udienza pubblica.

 

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La Corte Costituzionale riapre le aule a giudici, avvocati e pubblico

Redazione

A partire dal prossimo 7 luglio, le udienze pubbliche davanti alla Corte Costituzionale torneranno ad essere celebrate con la presenza fisica di giudici, avvocati e pubblico. Inoltre, già dal 1° luglio sarà possibile depositare gli atti relativi al processo secondo le ordinarie modalità.