Professione forense

Vaccino anti-COVID19 per gli avvocati: è caos nelle Regioni

Redazione

Non c'è omogeneità nelle previsioni relative al piano di somministrazione del vaccino anti COVID-19, con specifico riferimento alla categoria degli avvocati.

Se difatti in Lombardia la richiesta dell'Ordine e dell'Unione Lombarda Ordini Forensi è rimasta inascoltata, in Sicilia e in Toscana gli avvocati sono stati inseriti nelle categorie a rischio e potranno quindi, sempre su base volontaria, sottoporsi alla vaccinazione. La richiesta di includere gli operatori della giustizia tra i soggetti coinvolti nella fase 2 del piano vaccinale si era alzata anche dall'Ordine degli avvocati di Napoli con delibera dello scorso 11 febbraio.

Il Presidente dell'Ordine di Roma, Antonino Galletti, si è rivolto al Ministro della Giustizia, al Ministro della Salute e al Presidente della Regione Lazio per chiedere «un autorevole ed urgente intervento delle Autorità in intestazione per dare finalmente l’abbrivio ad una campagna di vaccinazione volontaria contro il contagio da virus Covid-19 nei confronti di una categoria certamente a rischio come quella che ho l’onore ed il privilegio di rappresentare, nonché di tutti gli operatori del settore della Giustizia (magistrati e personale amministrativo)». Per l'avvocatura si registra infatti una situazione «a macchia di leopardo sul territorio nazionale». 

La lettere prosegue con il riferimento al «paradosso che un avvocato romano, che pure può essere chiamato a partecipare un’udienza in presenza a Palermo o a Firenze non è vaccinato, a differenza dei colleghi di quel Foro. Il punto dunque non è chi vaccinare prima e chi dopo fra le categorie a rischio e all’interno della medesima categoria fra le varie Regioni, ma procedere a un intervento organico che riguardi tutto in modo uniforme il territorio nazionale, per evitare che, almeno su temi delicati come questi, il diritto alla Salute e il diritto alla Giustizia, vi siano sperequazioni e si riproducano situazioni grottesche come quella già tante volte denunciata nei mesi scorsi relativa ai provvedimenti organizzativi ed alle linee guida assunte nei vari uffici giudiziari, dove ogni sezione, ufficio e finanche ogni singola cancelleria hanno dettato prescrizioni autonome e del tutto scollegate le une dalle altre».

In conclusione «occorre riportare con urgenza un minimo di razionalità in un procedere finora abbastanza schizofrenico».