Professione forense

Il domicilio digitale tra normativa e giurisprudenza

Redazione
domicilio digitale

Il domicilio digitale segna l’evoluzione del concetto base di domicilio - già intrinsecamente legato ad un’ubicazione fisica - verso la sua virtualizzazione mediante l’individuazione di un recapito telematico, assistito da determinate garanzie di affidabilità che ne rendono vantaggiosa l’utilizzazione nelle comunicazioni.
Il passaggio è stato determinato dall’avvento delle nuove tecnologie e, nella specie, dai sistemi di posta elettronica certificata (PEC) di cui al d.P.R. 11 febbraio 2005, n. 68 (ma vedi anche: il codice dell'amministrazione digitale - C.A.D. - emanato con il d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82; e la disciplina tecnica di dettaglio di cui al d.m. 2 novembre 2005).
L’uso della PEC, grazie al ruolo svolto dai "soggetti gestori di PEC" (ossia i soggetti pubblici o privati che svolgono funzioni di "provider di PEC" e che, a tal fine, devono essere preventivamente autorizzati dall’Agenzia per l’Italia Digitale), offre garanzie in ordine all’identità degli autori della comunicazione, all'invio e alla ricezione dei messaggi, al riferimento temporale, assicurando anche l’integrità e l’autenticità del messaggio (art. 9, comma 2, d.P.R. n. 68/2005 e art. 1, comma 1, lett. d, decreto 2 novembre 2005), oltre che la sicurezza della sua trasmissione (art. 11, d.P.R. n. 68/2005 e artt. 3, 4, 6, 10, d.m. 2 novembre 2005).

Per prendere visione completa del documento si rimanda alla Bussola a firma di Ileana Fedele presente sul Portale tematico Giuffrè Francis Lefebvre Il Processo Telematico.
L’interessante documento illustra l’elaborazione della figura del “domicilio digitale” nella giurisprudenza di legittimità, nella normativa speciale sul processo telematico e nella normativa primaria genera.
Inoltre, il contributo analizza le singole casistiche concrete e le problematiche legate al concetto di domicilio digitale.