Professione forense

Giustizia, le discussioni alla sessione ulteriore del XXXIV Congresso nazionale forense

Redazione

In particolare, i temi del dibattito sono sati affrontati dalla Presidente facente funzioni del CNF, dal coordinatore dell’OCF, dal Presidente di Cassa Forense e dal Presidente del COA di Roma.

L’intervento della Presidente facente funzioni del CNF. Maria Masi, Presidente facente funzioni del CNF, fa un appello al Governo e al Parlamento: «Le riforme della giustizia civile e penale delineate dai maxi emendamenti governativi rischiano di disattendere gli obiettivi indicati dall'Onu nell'Agenda 2030 cioè la garanzia di accesso universale alla giustizia. È prevista una forte contrazione dei tempi del processo ma con il pericolo che a rimetterci siano le garanzie di difesa, configurando regimi di preclusioni, sanzioni e filtri che danneggiano i cittadini e che non possono trovare giustificazione alcuna soprattutto se proposti in un'ottica di ottimizzazione del sistema e riduzione dei tempi dei processi. La proposta del Cnf, inviata al governo alla fine dello scorso anno, partiva invece da un presupposto chiaro: il settore della giustizia non può essere revisionato soltanto in termini di ‘tagli’. Serve un cambio di prospettiva, una nuova cultura riformatrice rivolta costantemente al miglioramento del servizio per cittadini e imprese, attraverso tre coordinate interconnesse: la razionalizzazione e semplificazione del quadro normativo esistente; l'investimento nell'organizzazione della giustizia; la formazione di professionalità di alto livello e l'implementazione di competenze specifiche degli operatori del settore».

Le parole del coordinatore dell’OCF. Prosegue Giovanni Malinconico, sulla stessa linea: «La riforma della Giustizia al centro del dibattito politico da un lato. Il Congresso dell'Avvocatura italiana dall'altro. Una coincidenza temporale che è un'occasione storica per far sentire la voce degli Avvocati su temi che incideranno profondamente sul nostro futuro come professionisti e sul futuro del Paese. Veniamo da un periodo di pandemia in cui l'attenzione per i diritti e per i temi della giurisdizione è stata inevitabilmente posta in secondo piano rispetto all'emergenza sanitaria, ma con l'arrivo dei fondi del PNRR si ricomincia a parlare di riforme e di efficienza del sistema Giustizia. La riforma Cartabia per il processo penale in parte ci soddisfa, ma assistiamo increduli a un dibattito che sembra rimettere in discussione alcuni punti cardine come la prescrizione, molte le perplessità invece sul civile, più ombre che luci". "È il momento in cui l'Avvocatura deve far sentire la propria voce in maniera unitaria - conclude Malinconico - ribadendo quelli che sono elementi imprescindibili del diritto e dei diritti dei cittadini e intervenendo laddove ci siano aspetti da migliorare. Il Congresso è il momento ideale in cui la pluralità di posizioni in seno al mondo forense può trovare la sintesi adeguata, offrendo una posizione comune e autorevole, forte della voce di 240 mila avvocati italiani».

Il discorso del Presidente di Cassa Forense. Valter Militi, Presidente di Cassa Forense, ribadisce che «Gli avvocati, già gravemente colpiti dalla situazione di crisi generale del Paese, e dalla contrazione della domanda di giustizia, subiscono i disservizi del comparto, caratterizzato da una cattiva organizzazione e dall’uso limitato di risorse. Il Recovery Fund offre un’importante opportunità di recuperare l’efficienza della tutela legale e giurisdizionale. Se lo Stato ritiene che una Giustizia efficiente garantisca il rispetto dei diritti dei cittadini, agevoli il corretto funzionamento del mercato e delle transazioni economiche, renda attrattivi gli investimenti nel nostro Paese, impieghi le risorse necessarie. Cassa Forense, senza alcun contributo statale, subendo peraltro un’ingiustificata tassazione sulle misure di sostegno che va ad erogare, ha impiegato, nell’ultimo anno, oltre 100 milioni di euro per misure di welfare attivo a favore dei propri iscritti. Con gli investimenti nell’economia reale, in sinergia con le casse dei liberi professionisti riunite in Adepp, l’Ente dà risorse e forza all’economia del Paese ed allo stesso tempo opportunità di crescita reddituale per gli Avvocati».

Il Presidente del COA di Roma. Infine, Antonino Galletti, Presidente del COA di Roma, insistendo sulle conseguenze che l’emergenza sanitaria può portare sulla quotidianità della giustizia, sottolinea che: «La pandemia ha portato, involontariamente, alcune utilità che l'Avvocatura ha il dovere di difendere e che sono una base di partenza per future migliorie: la copia esecutiva telematica, il PCT in Cassazione, le udienze a trattazione scritta o da remoto (in assenza di diverse indicazioni delle parti). Una velocizzazione di quel processo di informatizzazione che, se non diventa imposizione calata dall'alto, indubbiamente rappresenta una modernizzazione del processo. Ma se questo accenno di rivoluzione telematica è un dato positivo, le infrastrutture telematiche devono però ancora essere sviluppate e potenziate adeguatamente, come del resto tutte le infrastrutture, come l’edilizia giudiziaria, oramai fatiscente e inadeguata. Resta poi la nota più dolente, su cui l'Ordine Forense della Capitale si è pronunciato: le drammatiche carenze delle piante organiche, tanto della magistratura, quanto del personale amministrativo. Senza queste fondamenta, premessa di qualsiasi riforma del processo, tutto si riduce in operazioni di chirurgia plastica sui codici, interventi di facciata che possono forse ingannare l'Europa per ricevere i finanziamenti, ma non producono in concreto alcun beneficio per gli avvocati, ma soprattutto per i cittadini».