Coronavirus a Milano, rinviate cause civili e penali
A seguito dell’accertamento di alcuni casi di Coronavirus presso il Tribunale di Milano, il Presidente ha emanato due decreti di rinvio delle cause civili e penali.
Rinvio cause civili. Per quanto riguarda le cause civili il Presidente Bichi ha firmato il decreto con cui «dispone che i giudici del settore civile procedano al rinvio, a data congrua, delle cause e delle procedure chiamate alle udienze sino al 9 marzo compreso, fatta eccezione per le cause relative ad alimenti, nei procedimenti cautelari, nei procedimenti per l’adozione di provvedimenti in materia di amministrazione di sostegno, di interdizione, di inabilitazione, nei procedimenti di convalida del trattamento sanitario obbligatorio, nei procedimenti per l’adozione di ordini di protezione contro gli abusi familiari, nei procedimenti di convalida dell’espulsione, allontanamento e trattenimento di cittadini di paesi terzi e dell’Unione Europea, in quelli di cui all’art. 283 c.p.c. e in genere nelle cause rispetto alle quali la ritardata trattazione potrebbe produrre grave pregiudizio alle parti. Tale condizione sarà valutata dal giudice assegnatario della controversia o, in mancanza della designazione, dal presidente della sezione di competenza tabellare».
Si precisa infine che «i rinvii potranno essere comunicati, attesa la repentinità della vicenda, anche con cartelli da apporsi sulle bacheche delle stanze e delle aule».
Rinvio cause penali. Non ha tardato ad arrivare anche il provvedimento che ha disposto il rinvio delle cause penali, prevedendo che «i giudici del settore penale procedano al rinvio, a data congrua, comunque successiva al 31 marzo c.a., delle udienze relative ai procedimenti penali, esclusi i procedimenti attinenti alle convalide di arresto e di fermo, i procedimenti nei confronti di persone detenute, internate o in stato, comunque, di custodia cautelare, le procedure di competenza del Tribunale del riesame, nonché tutti i procedimenti che presentano carattere di urgenza, che sarà valutato, nel concreto dal giudice».